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Archivio per la categoria ‘Information Technology’

Perchè il mio telecomando ha cosi tanti tasti?

Iesi sera mi chiedevo perchè il mio telecomando avesse cosi tanti tasti.. pensate ne ha ben 35! Dei quali, per il 99% delle volte, ne suo solamente 5, per la precisione on-off,volume +, volume -, programma + e programma – , si lo so sono svogliato non ho volga di diciate le 3, e dico 3 cifre del canale.

Ed allora mi chiedo il perché, progettare cosi tanti tasti per le poche funzioni di una televisione (telecomando DVD è a parte), pensiamo un attimo hai 35 tasti del mio telecomando e hai 110 tasti della mia tastiera e facciamo una rapida equazione

35 tasti : funzioni della televisione = 110 tasti : funzioni del pc

Che dire è decisamente sproporzionata! E allora continuo a chiedermi perchè cosi tanti tasti?

Proviamo ad analizzare la cosa:

  • Molti tasti per poche funzioni
  • Design poco ergonomico e poco funzionale
  • Troppe informazioni inutili
  • Poco intuitivo (pensate ad un anziano)
  • Troppo ingombrante

Da queste osservazioni posso dedurre che a progettarlo è stato sicuramente un ingegnere con una mente da ingegnere e non un designer con in mente le esigenze dell’utente finale.

Bene ma allora come deve essere un telecomando?

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Microsoft cammina sulle nuvole

8 marzo 2010 Commenti chiusi

fonte punto-informatico

Ballmer: Microsoft cammina sulle nuvole

Il massimo dirigente di Microsoft ha voluto fugare ogni dubbio sulla volontà della sua azienda di abbracciare il cloud computing. Su questo giovane modello, ha detto Ballmer, Microsoft è pronta giocarsi il jolly

Roma – Microsoft si è inizialmente accostata al cloud computing con la stessa diffidenza e circospezione che un essere umano avrebbe nei confronti di un extraterrestre. Oggi il gigante di Redmond vuole dimostrare al mondo che quell’alieno non solo non le fa più paura, ma è persino diventato il suo miglior alleato.

Microsoft Cloud ServicesA ribadire il forte legame sviluppato da Microsoft con il cloud computing è il massimo dirigente dell’azienda, Steve Ballmer, che in un discorso tenuto presso l’Università di Washington ha dichiarato che la sua azienda è pronta a scommettere il proprio futuro sulla cloud.

A differenza del modello software-as-a-service (SaaS) abbracciato da rivali come Google e Salesforce.com, dove è previsto che tutte le applicazioni girino nella cloud e quindi sul Web, l’attuale modello software-plus-services (S+S) di Microsoft adotta un approccio ibrido: qui l’ambiente di computing non risiede interamente sul Web, ma al contrario le applicazioni nella cloud si affiancano e si integrano a quelle tradizionali in esecuzione sui sistemi client. Ma se fino a poco tempo fa il modello S+S pendeva fortemente dalla parte delle applicazioni tradizionali, relegando i servizi cloud a elementi di contorno, oggi Microsoft sta facendo del cloud computing una parte centrale della propria piattaforma e, di conseguenza, del proprio business. Prosegui la lettura…

il mio infodomestico!

6 marzo 2010 Commenti chiusi

Gli elettrodomestici, nel loro terzo stadio, subiranno un’evoluzione, non parleremo più di elettrodomestico, ma di infodomestico attualmente ogni macchina fotografica, iPod, cellulare o qualsiasi altro oggetto di “tecnologico” (e lo metto di proposito tra virgolette) contiene un chip con potenze di calcolo di gran lunga superiore al computer che ha portato l’uomo sulla luna, perciò il passo è breve e logico, perchè non integrare dei computer all’interno dei nostri elettrodomestici per farli comunicare, interagire, insomma perchè non creare “elettrodomestici intelligenti” che riescono a semplificare e migliorare le funzioni svolte?

Ogni infodomestico  sarà un’estensione dell’uomo, assolverà al meglio ad una sola funzione, assolveranno le funzioni che attualmente oggi sono eseguite manualmente. Le nostre case si stanno sempre maggiormente configurando come ambienti connessi al mondo esterno, la rete invaderà le nostre case  e noi saremmo sempre in contatto con tutto quello che avviene all’interno da qualsiasi posto e in qualsiasi momento (a patto di essere collegati in rete).

Un ottimo libro che parla di questo è “Il Computer Invisibile” di Donald A. Norman, dove afferma che la tecnologia migliore è quella che non si vede, perché è tanto semplice da usare da diventare “trasparente”. Il computer, invece, è ancora intrusivo, frustrante, fin troppo visibile ed esigente: si tratta ancora di un oggetto progettato da tecnologi per tecnologi.

Le cose non devono per forza andare così, dice Donald Norman: ma bisogna ripartire da zero, iniziare con gli apparecchi più semplici (gi “infodomestici”, elettrodomestici ei informazione), centrati sugli esseri umani, dove la tecnologia informatica scompare dietro le quinte per lasciare spazio ad apparecchi adatti a compiti specifici e in grado di conservare tutta la potenza necessaria senza eccessi di complessità. In questo libro Donald Norman spiega come si possa raggiungere un simile risultato: è necessario ripensare alle modalità di sviluppo dei prodotti, alle idee di base, ai criteri di progettazione, che devono adeguarsi ai tre assiomi di base del design – semplicità, versatilità, piacevolezza. Nonostante il libro sia stato scritto nel 2000, ben 10 anni fa, un eternità sulla scala della tecnologia è estremamente attuale e fornisce un immensità di spunti.

Ma cosa c’è di pronto ed alla portata di ogni tasca? Qualcosa c’è con immenso stupore è parecchio efficace e utile… sto parlano del robot, opss scusate infodomestico ROOMBA. Bene ho fatto un semplice calcolo, mi sono chiesto quanto tempo alla settimana perdo per pulire casa, ed è risultato ben 4 ore (si ho una casa grande) e in quelle 4 ore cosa potrei fare? Allora mi sono deciso, ad acquistare uno di questi infodomestici per la precisione ROOMBA 555 al prezzo  di €365.

E’ un gioco da ragazzi programmarlo, anzi parlare di programmazione è troppo, con due semplici click imposti la lingua e l’ora e il gioco è fatto! Lui parte ogni mattina mentre sono al lavoro pulisce tutte le stanze dove trova la porta aperta, una volta finito ritorna alla base per ricaricarsi… semplice, rapido, ma soprattutto efficace!! A me non rimane che svuotarlo e pulirlo ogni 2 tre giorni (10 minuti) e godermi tutto il tempo guadagnato!! Del resto perchè fare IO una cosa quando c’è un infodomestico che può farlo al posto mio? Okey capisco che se dovessi proporlo a mia madre magari non lo vedrebbe di buon occhio e mi risponderebbe con usa serie di affermazioni “ma pulisce meglio di me?ma cosa ci vuole per pulire, posso farlo io! Ma è meglio di una scopa!”  capirei anche la sua riluttanza, ma gli farei il semplice esempio della lavatrice e della lavastoviglie, anche per loro valgono le stesse affermazioni, ma a differenza del ROOMBA lavatrice e lavastoviglie sono entrate nell’ standard collettivo domestico, accettate e riconosciute a tutto tondo.

Perciò prepariamoci ad avere una serie di infodomestici al nostro sevizio che puliranno, cucineranno, lavano e ci renderanno la vita sempre più comoda… ma soprattutto preparatevi ad avere più tempo libero…


Google “I desktop pc irrilevanti entro tre anni”

5 marzo 2010 Commenti chiusi

Quando si parla di ricerca online il PC convenzionale entro tre anni sarà “irrilevante”, saranno rimpiazzati dai cellulari per l’informazione e l’intrattenimento online. Questa è la previsione di John Herlihy, direttore europeo del settore vendite di Google, il quale afferma che il futuro sarà sempre più legato a ubiquità, cloud computing e tecnologie mobili. Durante la conferenza Digital Landscapes organizzata da University College Dublin ha dichiarato “In tre anni i desktop saranno irrilevanti. In Giappone, la maggior parte delle ricerche oggi avviene sugli smartphone, non sui PC”.

“La tecnologia mobile rende l’informazione globale accessibile a tutti. Dato che ci sono molte più informazioni ed è sempre più difficile la loro valutazione, la ricerca sarà sempre più importante. Questo creerà nuove opportunità agli imprenditori per realizzare nuovi modelli di business – ubiquità per prima, ricavi dopo”.

La stessa teoria è stata recentemente espressa da Eric Schmidt, AD di Google, durante il GSM Association Mobile World Congress 2010. Nel suo keynote al Mobile World Congress di Barcellona, Schmidt aveva sottolineato che le vendite globali di smartphone e altri dispositivi mobili stanno crescendo rapidamente ed eclisseranno le vendite di PC convenzionali.

Non a caso il colosso statunitense si sta concentrando strategicamente sul segmento mobile, cloud computing e connettività.

Augmented Reality ovvero “la realtà aumentata”

27 febbraio 2010 Commenti chiusi

wikipedia scrive: “La realtà aumentata è una particolare estensione della realtà virtuale. Consiste nel sovrapporre alla realtà percepita dal soggetto una realtà virtuale generata dal computer. La percezione del mondo dell’utilizzatore viene ‘aumentata’ da oggetti virtuali che forniscono informazioni supplementari sull’ambiente reale“.

Alcuni esempi di utilizzo nel modo della formazione/informazione e nel mondo del business..

Augmented Reality by Hitlab

Layar, il primo browser mobile al mondo per la Realtà Aumentata

Quest’ultimo presenta un software in grado di riconoscere gli oggetti reali e di associarli a qualunque genere di informazione in tempo reale, immagino che questo video dovrebbe far accendere una lampadina nella testa dei nostri bravi manager.. :)

La visione del futuro secondo Micorsoft?

Microsoft ha pubblicato un video mostrando come il mondo sarà tra 10 anni.

Future Vision Montage parla di un mondo dove la comunicazione è il centro di tutto e l’informazione è la base di ogni iterazione. Il filmato mostra una realtà in cui i computer e i software renderanno più facile collaborare, condividere idee, e portare con voi i vostri dati in qualsiasi momento.

Bene provate a non emozionarvi

Microsoft’s Future Vision 2019

Tangible User Interface

“L’interfaccia utente tangibili (TUI) è un’interfaccia utente in cui una persona interagisce con le informazioni digitali attraverso l’ambiente fisico”.
(fonte Wikipedia)

Il “vecchio” (e lo metto appositamente tra virgolette) concetto di interfaccia utente grafica (GUI), dal quale è nato il concetto di desktop come scrivania virtuale sta lentamente lasciando il passo a questo nuovo concetto, dove gli oggetti dell’interfaccia, la loro disposizione, la forma e il modo di interagire con loro sono ritratti dal normale uso che nella vita reale faremo. Perciò non più filtrate e interpretate da “menti informatiche” che le modellano e le re-interpretano in stile zero-uno. Come lo stesso concetto del tanto amato mouse ormai dato per morto per fino da Microsoft, la stessa che, su quel bel accessorio ci ha costruito un impero. Il mouse ha dato la vita alle interfacce grafiche: cartelle e icone, intuitive e semplici da usare, esistono perché c’è quel piccolo oggetto di plastica che permette di farne uso, lo stile Minority Report sarà il futuro: interfacce tattili sono il futuro verso il quale le aziende si stanno muovendo (Apple iPod Touch, Microsoft Surface docet) Windows 7 per esempio include nativamente le API per il Multi-Touch.

Microsoft Surface – The Possibilities

Uno dei gradi precussori di questo è decisamente Donald Norman, famoso psicologo,  autore nel libro “La caffettiera del masochista” (oltre che di molti altri) dove analizza l’interazione tra l’uomo e gli oggetti di uso comune (come il telefono, gli interruttori della luce o le maniglie delle porte) e fornisce una serie di utili principi da tenere presente nella fase di design di un qualsiasi oggetto.
Vedremo questi concetti:

Fornire un buon modello concettuale: attraverso l’esperienza ogni essere umano si crea dei modelli mentali che lo aiutano a comprendere e ad interagire con l’ambiente circostante. Chi progetta un oggetto deve fornire dei modelli mentali chiari e coerenti, in modo tale che sia facile prevedere gli effetti delle proprie azioni sull’oggetto in questione.
Rendere visibili le cose: osservando un oggetto l’utente deve essere in grado di conoscere lo stato dell’apparecchio e di vedere le azioni che ha la possibilità di compiere. I progettisti nella realizzazione di un oggetto spesso valorizzano principalmente il design, a discapito del principio di visibilità, così che parti fondamentali rimangono “nascoste” per non rovinare l’estetica.

Il principio del mapping: il mapping è un termine che indica la relazione tra due cose, ad esempio tra l’azionamento di un tasto ed i suoi effetti. Pensiamo all’attivazione delle frecce di direzione di un’auto, per la destra occorre spostare la leva verso l’alto (facendo un movimento semicircolare verso destra) e viceversa per la sinistra si sposta la leva verso il basso.

Il principio del feedback: Il feedback è quella informazione di ritorno che ci dice quali risultati abbiamo ottenuto con la nostra azione.  Anche nell’interazione con il computer il feedback è fondamentale, ad esempio quando si selezione una cartella con il click del mouse, la cartella assume un colore differente, che ci fa capire che il sistema ha riconosciuto il nostro comando.

Norman parla anche della proprietà di affordance (detta anche “invito all’uso”) che un oggetto dovrebbe possedere. Si intende la proprietà reale o percepita di un prodotto di suggerire il proprio funzionamento. Quando gli inviti all’uso sono ben impiegati, il prodotto diventa autoesplicativo, di conseguenza all’utente dovrebbe bastare guardare l’oggetto per capire quali operazioni può effettuare. Un classico esempio è quello della maniglia di una porta, che automaticamente invita alla presa della stessa per aprire.

Bene a alla fine queste TUI cosa sono? Abbiamo detto che la scrivania si basa sul concetto di manipolazione diretta, attraverso il mouse/tastiera, che permette di interagire con i dati del computer. Ma per il futuro le informazioni elettroniche siano effettivamente “palpabili” e manipolabili, dando loro una forma fisica, mentre ora ci limitiamo a visualizzarle e ad intervenire sulla loro rappresentazione.

Qualche esempio :

react3D Electric – Tangible User Interface
Tangible User interface

Per questo articolo ho preso spunto da :
Norman e i principi fondamentali di progettazione – A cura di Alessandra Verzellini
Direzione Tangible User Interface – A cura di Alessandra Verzellini

Visione dal “Microsoft WPC 2009″

8 gennaio 2010 Commenti chiusi

L’edizione 2009 dell’evento per i partner di Microsoft ha svelato molte novità: Microsoft ha alzato il sipario su Windows 7 Rtm ma il piatto forte sono state le Office Web Applications, la risposta alle Google Docs e il nuovo programma di canale (Microsoft Partner Network) destinato a fornire ai partner gli strumenti per affrontare Windows 7 e Office 2010. Focus su Azure per i partner e sulla strategia software più servizi. Inoltre l’intera convention si è basata sul tema attuale della crisi mondiale e sulla convinzione di Microsoft che solo investendo in ricerca e tecnologia si possa rilanciare un nuovo business capace di soddisfare le esigenze dei clienti a 360°, per questo l’investimento è stato di 2,8 miliardi di dollari.

Il loro punto focale (nonché il motto) attorno al quale ruota la ricerca è “l’informazione condivisa è il futuro..tutto,sempre,ovunque” non sforzandosi di avere device capaci di comunicare con chiunque ma, piuttosto, una piattaforma in grado di far collaborare dispositivi, software e servizi differenti.

Ecco come il Microsoft vede il mondo nel 2019  (assolutamente da vedere) :
“Microsoft Office Labs 2019 Vision Montage        http://www.youtube.com/watch?v=RvtxupQmRSA”
“Microsoft Office Labs Vision 2019 Montage Banking    http://www.youtube.com/watch?v=b3CvU8OTAmM”

Interpretando questa visione dovremo sforzarci di aprire i nostri software ad altri business non solo per innovare ma per offrire feature che i competitor non hanno riuscendo a distinguerci; cercando di creare una realtà diversa, che non rientrasse nel “quotidiano”, ma che si facesse notare come “Una mucca viola che si fa notare in un mondo tutto marrone”. Un paio di esempi che mi sono venuti in mente (durante le ore insonni passate in aereo) potrebbero essere l’apertura di Semiramis alla tracciatura della spedizione merce interfacciandosi direttamente con i il sistema del spedizioniere che, come i più noti offrono, è online e facilmente fattibile. Mentre per l’area banche (come già sta accadendo) cercare di aprire il sistema BankUp a dispositivi differenti in modo da rendere fruibile dei servizi verticali in modalità multi-channel, cominciando a vincolarsi dalla concetto di “postazione di lavoro”.
Riguardo alla ricerca e innovazione fatta però in modo costruttivo e non “universitario” avrei alcune idee a riguardo che si potrebbero riassumere in “piccole ricerche per gradi business”, ma penso che di questo se ne debba discutere in un altro momento.

Un altro forte messaggio lanciato da Microsoft è la “dichiarazione di guerra” su tutti i fronti di mercato, con un occhio particolare a Google, ritenuta ormai la grande rivale.

Come possiamo vedere dalla slide Microsoft punta ad offrire una soluzione praticamente per ogni brand, cercando cosi di imporsi come fornitore unico di soluzioni, certo stiamo parlando di un colosso ma mi chiedo se riuscirà a reggere il confronto con dei competitor del calibro di Oracle (ora detentrice di Sun), IBM e Google?

Tra le soluzioni tecnologiche emergenti spinte con forza vedo utile (se non quasi necessario) formare e approfondire le soluzioni SharePoint e Azure, un ulteriore consiglio è la visione del filmato della sessione “Keynote West Europe” a tutti i commerciali (anche non Microsoft) perché offre spunti interessanti.

Cos’è Web 2.0

Qualche tempo fa ho letto un interessante articolo che tratta del concetto di “Web 2.0″ non da un punto di vista tecnologico quanto piuttosto di mercato e prospettive future; penso, anzi ne sono sicuro, che lo troverà interessante.  Del resto la tecnologia sta evolvendo verso uno scenario “distribuito” dove, se vogliamo vedere il prossimo grande sistema operativo, ci basta aprire un browser. Ormai le applicazioni web più “impossibili”, come i word-processor di Google, cominciamo ad essere dei temibili concorrenti per le tradizionali applicazioni desktop: probabilmente è solo questione di tempo prima che si comincino a lanciare applicazioni come Photoshop o Excel scrivendo un indirizzo “www…” .
In tutta questa evoluzione la rete offre anche numerose risorse (Wikipedia,forum,Google trends…), che a parer mio si possono sfruttare anche per business.

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Le 10 verità di google

8 gennaio 2010 Commenti chiusi

Google si è affermato negli ultimi anni come uno dei principali punti di riferimento di internet, ci siamo adattati progressivamente alla sua interfaccia, abbiamo adottato i suoi servizi e l’abitudine al suo utilizzo si è trasformata ormai in “Se non lo sai, chiedilo a Google”.  Sotto sono riassunte “Le dieci verità di Google” che raccolgono la loro filosofia aziendale. Alcune di queste sono lontane dal “noi”, dal tradizionale modo di lavorare nelle nostre aziende, ma da altre possiamo prendere spunto come “Non occorre essere alla propria scrivania per aver bisogno di informazioni”,  “Vi sono sempre più informazioni di quante ci si possa immaginare” .

http://www.google.it/corporate/tenthings.html