Negli ultimi anni della mia carriera ho avuto la fortuna di maturare un’esperienza e una consapevolezza su quei driver di progettazione e di evoluzione dei sistemi che costituiscono la vera chiave di successo nei progetti di sostituzione del core banking system.
Ho avuto la possibilità di seguire e collaborare ad un progetto innovativo, disegnato attorno alle esigenze dell’utilizzatore (impiegato bancario) e del cliente (cliente bancario).
Il prodotto si chiama BankUp e nasce da un’intuizione del tutto singolare sul modo di fare banca e dalla volontà di domare la tecnologia mettendola al servizio dell’utente, il tutto nasce da un “proof-of-concept” dal nome in codice “sensitive banking”. Prosegui la lettura…
Salve a tutti, lo so è qualche anno che non posto più nessun articolo ma che dire mi sono perso in altri progetti. Uno di questi progetti è stata la ristrutturazione del mio (o meglio nostro ) appartamento in modo da renderlo più moderno e abitabile!
Perché vi racconto questo? Perché questo si lega con il mio nuovo progetto informatico! Come avrete intuito dai miei articoli uno dei miei pallini è la domotica, pertanto mi sto domotizzando la casa, il mio sogno iniziarle era di collegare tutto con tutto, cavi, Wi-Fi, lavatrice con forno passando per la tv, internet e app per controllare il lavandino del bagno…ma questo sogno nerd è stato (giustamente) smorzato sul nascere dalla mia ragazza con l’imposizione di una semplice regola “fai quello che vuoi, basta che sia talmente semplice che possa utilizzarla anch’io e che tutto funzioni anche quando non ci sei”. Partendo da questo presupposto ho dovuto rimodulare tutto il progetto spendendo molto più tempo su ogni singola funzionalità e focalizzandomi sul integrazione e semplicità, ecco la parola giusta è proprio semplicità. Nella mia domotica tutta la complessità’ è stata nascita e resa semplice. Ho lavorato sul eleminare i telecomandi, centralizzare i controlli, minimizzare i device e modestamente fin ora mi sempre di aver ottenuto un buon risultato.
Tant’è che ho deciso di scrivere una serie di articoli per descrivere “la mia domotica a prova di girlfriend” …. Spero nei prossimi mesi di condividere con voi i primi articoli!
Immaginate di interagire con il computer in un modo completamente nuovo, attraverso il movimenti naturale della mano con una notevole precisione.
Il Leap è un piccolo iPod di dimensioni contenute che crea uno spazio i interazione 3D di 8 metri cubi ne quale potrete controllare il software sul vostro computer portatile o desktop oppure TV (apple). E ‘come essere in grado di entrare nel computer ed estrarre informazioni facile come raggiungere in un barattolo dei biscotti.
Allegato troverete un interessante articolo, della rivista BancaFinanza dove, a seguito di interessante interviste di delineano diverse strategie per migliorare i processi di business all’interno delle banca ed istituti di credito il tutto passando per IT
Emergono due strategie spora le altre :
User Experience nella parte di front-end del sistema
Pulizia del dato
La prima strategia è appunto quella di fornire un unico strumento integrato all’utente bancario (l’impiegato di banca per capirci) capace attraverso con un stile unico di interazione di accedere a tutte le informazioni o processi necessari e valutare a colpo d’occhio tutta la situazione.
Questo articolo vuol essere una riflessione sul design applicativo nel campo della domotica. Tutto è nato perchè questi giorni ho avuto occasione di parlare con diversi amici e conoscenti che lavorano, appunto, nel campo della domotica, partendo dagli sviluppatori alle prese con l’interfacciamento con ogni tipo di device per finire al architetto di progetto che disegna l’intera visione.
Quello che ho percepito è il modo in qui tutte queste persone, e di conseguenza anche la domotica stessa, vedono il quadro generale : il loro scopo (per il resto corretto) è legare e far interagire tra loro i vari componenti. Mi spiego meglio, per esempio regolare automaticamente la temperatura all’interno delle stanze in base alla temperatura esterna, aprire ed abbassare le serrande in base alla luce, ottimizzare i consumi, tutto questi sono ottime e necessarie funzionalità ma fanno parte di quello strato che io chiamo “subconscio domotico”.
Eccoci arrivati alla sesta edizione della “Five in Five” di IBM, appuntamneto annuale, dove le menti più brillandi di Big Blue provano a descrivere come sarà il mondo e l’hi-tech da qui a cinque anni, un po quello che fa Micorsoft con al “future vision”, solo che è in stile “grande blue”.
Five in Five è il risultato di un’indagine conoscitiva che IBM ha condotto sui suoi 3.000 ricercatori al lavoro presso l’Almaden Research Center e altrove. La lista dovrebbe portare alla luce idee tecnologiche innovative che hanno la potenzialità di mutare radicalmente il rapporto dell’umanità con l’informatica, i microchip e la vita di tutti i giorni. Arrivati alla sesta edizione Big Blue prova a descrivere come sarà il mondo e l’hi-tech da qui a cinque anni, un po quello che fa Micorsoft con al “future vision”, solo che è in stile “grande blue”.
In 5-10 anni, come farà la gente fare le cose al lavoro, a casa o in viaggio?
Come può la tecnologia migliorare la nostra produttività negli anni a venire?
Quali opportunità si presenteranno dalle tendenze in evoluzione e dal cambiamento globale?
Kurt DelBene, presidente, divisione di Microsoft Office, dice che la ragione per la creazione del video è quello di mostrare alla gente come la tecnologia che è disponibile oggi o nella ricerca si trasforma da strumento passivo ad un “assistente attivo” per aiutare noi a “gestire meglio il nostro tempo, a mettere a fuoco la nostra attenzione sulle cose più importanti, e favorire connessioni significative con le persone che si preoccupano per noi”.
Per rispondere a questi quesiti Microsoft ha collaborato con clienti, partner e leader di pensiero in diverse discipline per sviluppare scenari e tracciare la tendenze a lungo periodo, creando questo video come concept per avere un assaggio di quello che verrà.
Kinect guarda oltre il gioco e oltre l’Xbox, Microsoft prepara una nuova periferica Windows (Kinect 2.0). Una revisione della periferica indirizzata esclusivamente al computer.
Mi è capitato di regalare alla mia ragazza il nuovissimi cellulare Vanity NGM dual sim, il modello con gli Swarovski al posto dei pulsanti. In genere quando acquisto un oggetti di elettronica tendo sempre a farmi un giro per i forum tentando di capire se fa effettivamente quello che mi serve, ma in questo preciso caso (essendo un regalo) le caratteristiche tecniche non erano decisamente al primo posto nella scala dei valori, ciò che ha prevalso è stato il design che fatto impazzire la mia ragazza… come resistere al primo cellulare pensato per donne che più fashion non si può …
Era il 12 giugno 2005 a Stanford, una delle più famose università al mondo situata nella Silicony Valley durante la consegna delle lauree Steve Jobs ha tenuto uno dei suoi discorsi più interessanti e commuoventi, un’occasione unica per raccontare se stesso, decidendo di farlo attraveso trè storie. La prima raccontanta della sua infanzia e della necessità di credere in qualcosa o come dice lui dell’importanza di “unire i puntini”, la sconda parla dell’amore e della perdita, ed infine la terza è a proposto della morte e del rapporto con essa.
“non è possibile unire i puntini guardando avanti, potete solo unirli guardandovi all’indietro”
Ecco il testo integrale del discorso tradotto in italiano, in fondo all’articolo troverete il video originale e la traduzione in italiano.
Sono onorato di essere qui con voi oggi alle vostre lauree in una delle migliori università del mondo. Io non mi sono mai laureato. Anzi, per dire la verità, questa è la cosa più vicina a una laurea che mi sia mai capitata. Oggi voglio raccontarvi tre storie della mia vita. Tutto qui, niente di eccezionale: solo tre storie.