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I pirati di Silicon Valley

18 aprile 2010

Cosa dire, se non un gran bel film, quasi obbligatorio vederlo!

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Il film viene narrato con una struttura flashback alternativamente da Steve Wozniack (Joey Slotnick), co-fondatore della Apple con Jobs, il vero genio dell’elettronica (Jobs è il genio del “packaging”), e Steve Ballmer (John Di Maggio), presidente della Microsoft: ha un andamento rapido, concitato, sempre velato di ironia. Più che spiegare i dettagli tecnici delle invenzioni dei due nerds e dei loro giovani compagni di ventura, il film cerca di entrare nelle loro teste, giovani e arroganti abbastanza da pensare di poter trasformare la società (ci sono riusciti) e ingenui al punto di credere di poter gestire l’incredibile ricchezza e potere che sarebbe derivato loro (Gates riuscirà meglio di Jobs in questo senso, anche se l’ultimo capitolo non è ancora scritto: Jobs è di nuovo al timone di comando della rifiorente Apple – ciò non rientra però nella storia del film.)
“Trovo il personaggio del giovane Jobs affascinante,” dice Noah Wyle. “Aveva fondato la Apple nel 1977, a 21 anni, quando era studente a Berkeley, assemblando insieme al suo compagno di studi Wozniack i pezzi di quello che diventerà il futuro personal computer nel garage dei suoi genitori a San Francisco. Si faceva gli acidi, era mezzo hippie, per un periodo sparì in India e tornò più fricchettone che mai: ma sempre con un’ambizione sfrenata e la visione chiarissima dell’impatto che il pc avrebbe avuto nella società. Presto diventerà un boss esigentissimo, monomaniacale, un dittatore, un manipolatore paranoico. La sua moralità è la prima vittima nella guerra dei computer,” continua Wyle, “anche se lui era convinto che la sua etica della controculutra era rimasta intatta. Non c’è niente di peggio di un fricchettone al potere, convinto di esser rimasto puro”.
La curiosità per questo film, in America, è enorme, e massiccia è la copertura dei media: Jobs e Gates continuano a esercitare un fascino enorme sull’immaginario collettivo, ora che tutti siamo stati toccati dalla rivoluzione del pc. Grazie all’abile regia e alla virtuosa interpretazione degli attori (notevole Wyle), spesso si ha l’impressione di assistere a un documentario, più che un dramma. A un certo punto, durante un meeting fra i quadri della Ibm e il giovane Gates insieme ai suoi colleghi, Steve Ballmer viene estratto dalla scena e sul “freeze frame” della riunione spiega al telespettatore che quello che stiamo per assistere è un capolavoro strategico di Gates di importanza epocale. Gates convince infatti la Ibm che la Microsoft ha ciò che loro non hanno: un sistema operativo, il famoso Dos. Be’, non è vero, la Microsoft non ce l’aveva affatto! Almeno non ancora: sarà Paul Allen, collega di Gates, che riuscirà a comprarlo già bell’e fatto con una manvora di raggiro e per appena 50 mila dollari da un programmatore privato.
Le inevitabili “libertà drammatiche” non sovvertono la verità. Viene da chiedersi come si sentirà oggi quel tizio che vendette i diritti per il Dos per 50 mila stupidi dollari. Pirates of Silicon Valley mostra infatti una serie di errori da miliardi di dollari compiuti da vari businessmen incapaci di cogliere l’importanza delle invenzioni di questi giovani arruffati. E mostra altresì come alcune di queste “invenzioni” non fossero affatto tali: il sistema mouse “point and click” della Apple, venne in realtà copiato di sana pianta dalla Xerox.
“Nel film sembra che lo abbiamo rubato” dice Steve Wozniack – uscito dalla Apple nei primi anni 80 – cui è comunque piaciuto molto il film. “In realtà quello del point and click fu un accordo in piena regola: la Xerox ricevette azioni Apple per l’utilizzo del loro sistema. È vero del resto che molta gente non sa che il mouse l’aveva inventato la Xerox, o non lo ricorda, e a noi questo non spiace.”
“Ovviamente Jobs e Gates non sono stati consultati per il nostro film” afferma Wyle. “Ma se a Gates non fosse piaciuta l’idea di un suo ritratto da giovane, sono sicuro che si sarebbe comprato tutta la Turner Corporation solo per il gusto di bloccare il film. Magari per ritorsione la Microsoft produrrà un film sull’ascesa al potere di Turner, e allora se ne sentiranno delle belle”. E la vendetta dei nerds sarebbe definitiva.
(22 giugno 1999)

Titolo originale: Pirates of Silicon Valley
Nazione: Usa
Anno: 1999
Genere: Biografico
Durata: 95′
Regia: Martyn Burke

Frasi celebri…

Steve Jobs e Bill Gates

Tu ci stai derubando Bill!
Non sto rubando proprio niente! Non dire certe cose!
E allora che cazzo fai? Che cos’è questa storia che continuo a sentire, che stai sviluppando quel… come si chiama… Windows?

Mike, Jobs e Wozniak

Mike: Wozniak è l’impiegato numero 1 e tu il numero 2.
Jobs: No un momento… Io sono il numero uno. Woz?
Wozniak: Per me è lo stesso…
Jobs: Sono io il numero uno qui.
Mike: Non volevo offendere, non volevo insinuare niente…
Jobs: Allora io sono lo zero, Woz puoi essere il numero uno!

Il dirigente Xerox

Vorreste che la Xerox lanciasse un aggeggio che si chiama topo?

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